LE ICONE DEGLI ARCANGELI

LE ICONE DEGLI ARCANGELI MICHELE E GABRIELE DELLA NOSTRA CHIESA
A cura di Maria Cristina Ferin in Ramin

Afferma il Concilio Ecumenico Costantinopolitano IV celebrato a Costantinopoli nel 869-870: «Ciò che il
Libro ci ha detto con la Parola, l’icona ce lo annuncia con il colore e ce lo rende presente..
Noi dipingiamo anche le immagini dei santi angeli, come sono descritti nelle parole della divina Scrittura» (Can. III).
L’icona è quindi uno strumento di comunicazione,è immagine, è Parola che viene scritta, per questo l’icona non si dipinge, ma si scrive.
Abbiamo scelto questi due Arcangeli, tra vari soggetti, perché loro stessi si sono proposti come complemento ideale e spirituale della nostra chiesa,
in grado di donare più luminosità all’insieme e di sottolineare l’importanza del Crocifisso dell’abside.
Non abbiamo voluto interpretazioni moderne di angeli dalle vesti vaporose e fluttuanti perché l’incisività delle antiche icone della tradizione è sempre immediata, ma allo stesso profonda e questi Arcangeli, che sono ispirati all’Antico Testamento e alle radici della Creazione, ne sono la testimonianza.
Sono rappresentazioni antiche ma attualissime nei volti a figurare l’impronta del Creatore nell’uomo.
Una indica il Cristo crocifisso e l’altra gli affida la sfera del mondo con il monogramma di Cristo.
Con la loro disposizione formano un triangolo con il Crocifisso, verso il quale si fanno messaggeri (questo è il significato di “angelo”) della devozione della nostra comunità.
L’icona ha delle regole precise di esecuzione e si avvale di strumenti e materiali di tradizione millenaria.
Queste icone sono state scritte seguendo questa tradizione e i materiali usati sono adeguati al valore spirituale simbolico di queste opere.
Quello che vediamo è il risultato della miscela di pigmenti per lo più naturali, terre e pietre anche preziose macinate, foglia d’oro, colle e vernici tradizionali.
La tavola è di tiglio telata e gessata.
La tecnica pittorica è quella della velatura che prevede numerosi passaggi di tempera all’uovo di colore quasi trasparente.
L’Arcangelo Gabriele si presenta con mantello verde, colore della speranza e della terra, e schiarimenti azzurri in toni freddi.
L’Arcangelo Michele ha il mantello rosso, colore dell’amore e della passione, in toni caldi, ma con schiarimenti freddi in contrasto.
I sottoali sono di colori complementari ai mantelli, rosa per il verde, verdi per il rosso.
I due mantelli sono sottolineati nelle loro parti da tratti di colore di chiarore crescente in più toni che ne accentuano la luminosità, così come pure i volti e gli incarnati che ne acquistano in luminosità ed espressione.
È una combinazione cromatica che crea equilibrio e armonia a complemento reciproco.
Le vesti regali simili nel color rosa giallo, colori dell’aurora, sono bordate di una fascia di oro e pietre preziose disegnate.
Sono vesti e calzari che nella loro ricchezza esprimono dignità nobiliare.
E si fanno voce della devozione popolare che conferma la sua fede attraverso l’offerta della bellezza e della preziosità.
Così facendo, rendiamo preziosa anche la nostra fede.
I profili delle piume sono sottolineati in oro.
L’aureola o nimbo
è decorata con una punzonatura che esalta la forma della testa e i volti.
Il nastro che spunta tra i capelli vuole rappresentare il movimento dello Spirito Santo che soffia “che rinnova la faccia della terra”.
L’ARCANGELO GABRIELE (che significa Forza di Dio) è il messaggero; ci consegna il suo annuncio indicando il Crocifisso.
L’ARCANGELO MICHELE (che significa Chi è come Dio), é il guerriero; offre e affida al Cristo della Croce la sfera del mondo.
Sulla sfera il monogramma di Cristo con l’alfa e l’omega.
Questo simbolo, che contiene in sé il bastone del pastore e la croce, rappresenta anche il logo della nostra parrocchia.
E l’intenzione rappresentata è quella di affidare la nostra Comunità al Cristo Crocifisso.
I due Arcangeli portano il bastone del viandante segno di autorità e potere che viene da Dio.
La dicitura con il nome dell’icona conferma ciò che è rappresentato nell’immagine.
Le icone non hanno nessuna firma, Il nome dell’autrice compare nel retro della tavola ed è preceduto dalla formula:
“per mano di…”. L’iconografia vuole che la mano dell’iconografo sia solo strumento di servizio alla fede.
Infine tutto il percorso ci conduce alla luce attraverso la luminosità del fondo oro simbolo della luce pura, che insieme
con la mescolanza dei colori vuole ricondurci alla sua natura divina.
Sappiamo che queste silenziose presenze, gli angeli, citate nell’Antico e nel Nuovo Testamento, ci accompagnano e ci sostengono.
Sono da sempre nella storia della nostra fede.
Consideriamole nostre intermediarie, ognuna con le sue peculiarità, capaci di stabilire un dialogo, un incontro, una comunicazione, una presenza di Dio con noi.